I tuoi contenuti social potranno allenare l’AI di Meta: ecco come

È ufficiale: Meta ha annunciato una novità che cambierà ulteriormente il peso dell’intelligenza artificiale nel nostro quotidiano. Il tool del gruppo americano inizierà ad allenarsi anche con i contenuti pubblici condivisi dagli utenti europei adulti: post, storie e commenti serviranno a migliorare la precisione delle risposte fornite da Meta AI, fornendo informazioni e contenuti più in linea con gli interessi e i feedback delle persone.
Dal 14 aprile 2025, Meta ha ufficialmente avviato il processo di raccolta dei contenuti pubblici degli utenti europei per addestrare i suoi modelli di intelligenza artificiale generativa. L’obiettivo? Rendere l’assistente “Meta AI” più efficace, più umano e più ricettivo alla nostra lingua e cultura. Dal 26 giugno 2025, questi dati inizieranno concretamente ad alimentare i modelli, a meno che l’utente non si sia opposto esplicitamente.
Tutto quello che è stato pubblicato – e già reso visibile a tutti da parte dell’utente – su Facebook, Instagram, Messenger e WhatsApp potrà essere usato per migliorare i modelli di IA.
Gli utenti minorenni e i messaggi privati sono esclusi dal processo di raccolta dei dati.
Quali sarà l’evoluzione mediatica portata da questo cambiamento?
Nei prossimi giorni, gli utenti delle piattaforme Meta residenti nell’Ue riceveranno, tramite comunicazioni ufficiali, la possibilità di scegliere se contribuire o meno alla crescita di Meta AI.
All’interno di queste comunicazioni verranno illustrate le tipologie di dati che l’azienda inizierà a utilizzare, facendo scegliere all’utente se acconsentire a questa pratica o meno.
Ma in che modo potremo davvero contribuire allo sviluppo di Meta AI? E il nostro consenso – o dissenso, se specificato – ci farà percepire delle differenze concrete nell’uso delle piattaforme?
Cosa comportano il dissenso o il consenso all’utilizzo dei dati
Se l’utente acconsente:
- I contenuti pubblici (es. post, commenti e didascalie) possono essere utilizzati da Meta per addestrare i modelli di IA.
- L’IA di Meta sarà “esposta” al modo in cui quell’utente si esprime, aiutando a migliorare la comprensione linguistica e contestuale (anche in lingue e dialetti locali).
- L’utente non riceverà compensi, né sarà identificato nei dati usati (secondo quanto affermato da Meta), ma contribuirà a un’intelligenza artificiale potenzialmente più utile e basata su contenuti che l’utente reputa qualitativi, ovvero quelli che condivide e con i quali interagisce maggiormente.
Se l’utente si oppone (revoca o nega il consenso):
- Meta non userà i contenuti pubblici di quell’utente per l’addestramento dell’IA.
- Non ci saranno penalizzazioni, e l’utente potrà continuare a usare Facebook, Instagram, ecc. normalmente.
- Il rifiuto andrà espresso attivamente: Meta fornirà un modulo tramite notifica o e-mail che l’utente deve compilare per opporsi. Se non viene fatto nulla, si presume il consenso.
L’utente potrà in ogni momento cambiare idea, rientrando nei set di addestramento o uscendo.
Perché questo riguarda utenti e brand
L’Intelligenza Artificiale non può essere trattata come una tendenza, né tanto meno come un futuro prossimo. I nuovi modelli di linguaggio basati sulle IA sono il presente del settore e costituiscono il punto di partenza per i suoi futuri sviluppi.
Chi lavora nella comunicazione sa che una strategia efficace non si costruisce solo con i dati, ma con intuizione, sensibilità culturale e capacità di visione.
Ogni contenuto pubblicato – una caption, un visual, una scelta di tono – è il risultato di un pensiero, di una direzione, di un’identità costruita nel tempo. In questo scenario, l’intelligenza artificiale può apprendere lo stile, replicare la forma, adattare il linguaggio.
Per i brand e gli utenti di oggi, essere consapevoli del proprio ruolo in questo processo significa molto di più che proteggere un’identità.
Significa partecipare attivamente alla definizione del linguaggio delle tecnologie che parleranno ai consumatori di domani. Significa interrogarsi sul contributo culturale che si sta offrendo a sistemi che diventeranno sempre più centrali nell’interazione tra persone e aziende.
E significa, infine, prendere posizione. Ma questo perché?
- Perché un’intelligenza artificiale è tanto più inclusiva e veritiera quanto i dati che la nutrono.
- Perché ogni contenuto pubblicato non è solo espressione del presente, ma un mattoncino nell’architettura della comunicazione futura.
Concludendo
Il processo avviato da Meta segna un passaggio significativo: l’intelligenza artificiale generativa sta iniziando ad assorbire anche il linguaggio e i contenuti del pubblico europeo, con l’obiettivo di diventare più precisa, più rilevante, più “umana”. Non è una sottrazione, ma una trasformazione del modo in cui i contenuti contribuiscono a costruire sistemi intelligenti. E proprio per questo è utile restare informati, sapere come funziona il meccanismo e quali scelte è possibile compiere.
Per chi lavora nella comunicazione, questa fase rappresenta una doppia sfida: da un lato tutelare la propria originalità, dall’altro esplorare in che modo l’AI possa diventare un alleato evolutivo, uno strumento da governare con consapevolezza per amplificare insight, idee e narrazioni.
I contenuti continueranno a contare. Ma a contare davvero, sarà come decidiamo di usarli.